Dedicato alla mia Città,alle sue pietre,che da rosse diventano nere.
Cataniamia di Francesca Litrico
E-mail: missfly@
Innanzitutto per la sua particolare posizione alle falde di un vulcano,del più grande vulcano attivo d'Europa.
Non è solo l'incombente presenza dell'Etna a determinare l'unicità di Catania bensì la capacità di risorgere dalle sue ceneri,proprio come l'araba fenice che la rappresenta;invasioni,guerre,colate laviche giunte addirittura fino al mare, terremoti apocalittici.
Da millenni Catania viene periodicamente distrutta,rasa al suolo,per poi essere miracolosamente,ostinatamente ricostruita.Così da sempre rinasce questa città e sempre nello stesso sito,mantenendo quasi invariato il proprio assetto urbanistico.Ad esempio le fondamenta della cattedrale furono gettate sulle ceneri di quella crollata,la quale a sua volta era stata edificata sulle macerie di quella precedente... E sotto quest'ultima si trovano ancora i resti delle antiche terme romane!!!Catania su Catania,strato su strato,vita su morte.Con il coraggio, la tenacia e quel pizzico di follia che contraddistingue ogni autentico catanese.
La storia di Catania merita di essere conosciuta perché è quella di un popolo eccezionale che ha anteposto l'amore per la propria patria spesso addirittura alla propria vita.Ripercorrere quegli eventi è un modo per rendere omaggio a quegli uomini e a quelle donne che ci hanno lasciato in eredità una città unica.
Agata,cori 'i Catania,
cunottu de catanisi,
di chiddi ca aspittamu arreri a to potta.
E aspittamu comu s'aspetta n'addevu,
comu s'aspetta n'amuri.
E stamu ammassati,n'cucchiati
genti diversi,
poviri e ricchi,vecchi e carusi n'semi ppi tia,
ccu l'occhi vagnati ca sulu nuatri capemu u picchì.
E non sintemu u cauru d'Austu e non ni vagna l'acqua di Frivaru,
picchì quannu ti talìamu non viremu sulu na Vàra,
nuatri viremu a to luci,sintemu u to cori cà battì.
Agata,Tu si ù miraculu.
Francesca Litrico
L'AMURI
- Mamma, chi veni a diri 'nnamuratu?
- ...Vòldiri... un omu ca si fa l'amuri.
- E amuri chi vòldiri? - ...E' un gran piccatu;
è 'na bugia di l'omu tradituri!
- Mamma..., 'un è tantu giustu 'ssu dittatu...
ca tradimenti non nn'ha fattu, Turi!
- Turiddu?.. E chi ti dissi, 'ssu sfurcatu?
- Mi dissi... ca pri mia muria d'amuri!
- Ah, 'stu birbanti!... E tu, chi ci dicisti?..
- Nenti!... Lu taliai ccu l'occhi stòrti...
- E poi?.. - Mi nni trasii tutta affruntata!...
- Povira figghia mia …..Bonu facisti!....
E… lu cori? – Mi batti forti forti....
- Chissu è l'amuri, figghia scialarata!
Nino Martoglio
Giù a Sud.Giù.Più giù.Sarà perchè stiamo nella parte bassa del mondo!E' il nostro destino.Si, il destino! E poi noi meridionali siamo quello che siamo,cioè dei buoni a nulla. E' scritto nel nostro Dna. Siamo mentalmente limitati,è risaputo,anzi è provato scientificamente! Il Professor Lynn dell'Università dell'Ulster si è scervellato a lungo ed infine ha concluso che al sud siamo meno intelligenti.Sentito? A noi manca qualcosa!
Oh,ma che vogliamo?!E' colpa nostra se qui giù si sta male,solo colpa nostra,noi meridionali c'è lo meritiamo questo destino infame.
Se sei del sud queste frasi le hai sentite dire spesso.Te lo insegnano a scuola che il nord è più sviluppato:le industrie,i giornali,le tv,la moda.Dov'è la Fiat?
Dobbiamo metterci in testa che noi siamo sottosviluppati.Trogloditi. E delinquenti. Non vedi i film? in Sicilia,gli uomini sono tutti mafiosi,le donne brutte e pelose.Quella bella è puttana.Tipo Malena.
Non senti i notiziari? Campania,Sicilia,Puglia,Calabria,cioè la mafia,la monnezza,la n'drangheta,il pizzo e i finti invalidi.
E anche il nostro accento, così marcato,rozzo,senti com'è fine l'accento del nord. Quella si che è gente perbene.
Un ragazzo di Venezia,conosciuto in vacanza,si stupì che a Catania ci fossero i cinema,le discoteche,il traffico.Credeva,ed era in buona fede,che camminassimo a dorso dei muli.Avevo 13 anni,rimasi turbata da questo episodio.Fu allora che cominciai a chiedermi perchè quelli del nord ci vedevano così.
Non capivo,e allora la Magna Grecia?Il primo Parlamento d'Europa?
Federico II°? I castelli,i teatri,le biblioteche.
La mia scuola in via Crociferi,una strada che è ''soltanto'' patrimonio dell'Unesco?
E Vincenzo Bellini?E' forse nato ad Aosta?
Studiavamo il "Romanzo storico per eccellenza:I Promessi Sposi"
Nessun testo scolastico che nominasse (per dirne uno)
"I Vespri siciliani"
Ho creato questo blog per amore,perchè vedo la Bellezza che mi circonda (Nonostante la crisi,la mafia,la disoccupazione,il buco del Comune.....) e vorrei che la vedessero tutti.
Qualcuno,per questo, mi ha persino criticata "ma tu dove vivi?"
Già,vivo al Sud,a volte me ne dimentico.Scusate.
La storia di una città come Catania è illuminante,è quella di tutto il sud.E' la storia di un popolo dotato di una grande intelligenza,di una propria millenaria cultura,di una lingua.
Dotato di ironia, determinazione,ostinazione.
L'ostinazione che ha salvato Catania quando distrutta,sgretolata dal terremoto del 1693 rinasce splendida e barocca.Non eravamo ancora italiani,eravamo spagnoli.
Messina distrutta dal terremoto del 1908,rimarrà con le baracche per anni e anni .Eravamo italiani
.Perchè?
Anche Pino Aprile,giornalista e scrittore pugliese dev'essersi chiesto perchè?
Le risposte sono nel suo saggio "Terroni" tutto quello che è stato fatto perchè gli italiani del sud diventassero meridionali.
Davvero l'Italia del sud fu liberata dai Borboni o piuttosto quello dell'Unità fu solo un pretesto per essere invasi,colonizzati,depredati,annessi al nord per diventarne una colonia.
Da Terroni:"Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni."
Pino Aprile tira fuori gli scheletri dall'armadio della storia,la riscrive daccapo,strappa le medaglie dal petto dei vincitori e ci consegna una verità tremenda.
"Ignoravo che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli
d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali,
come i Lanzichenecchi a Roma.
E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu
Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile"
14 ristampe,un grande successo.L'autore,attraverso questo libro getta un seme che trova terreno fertile,arato ormai da tempo dai proclami contro il sud lanciati dai leghisti.Un seme che potrebbe generare,e l'ha già fatto,una nuova consapevolezza,una presa di coscienza collettiva.Forse anche un sentimento di vendetta per ciò che abbiamo subìto,rabbia,dolore,incredulità.Ma anche un ritrovato orgoglio per le nostre origini,per la nostra storia.
Ancora Pino Aprile:"Non volevo credere che i primi campi di concentramento
e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord,
per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia,
forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano
nella calce), come nell’Unione Sovietica di Stalin.
Ignoravo che il ministero degli Esteri dell’Italia unita
cercò per anni «una landa desolata», fra Patagonia, Borneo
e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarli
lontano da occhi indiscreti.
Né sapevo che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotarono
le ricche banche meridionali, regge, musei, case private
(rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte
e costituire immensi patrimoni privati."
In 150 anni il sud è stato lentamente depredato delle sue ricchezze e della sua memoria,la storia la scrivono i vincitori,anzi la omettono,nei libri di scuola non si dice che il Sud nell'Ottocento era uno Stato libero e ricco,che nel 1860 le popolazioni meridionali costituivano un terzo della popolazione italiana e detenevano i due terzi della moneta circolante. Cioè napoletani e siciliani erano in media quattro volte più ricchi degli italiani del nord.A Pietrarsa,in Campania,era attiva la più grande industria siderurgica d'Italia,in Calabria sorgeva la ferriera di Mongiana, premiata all'Esposizione internazionale di Londra del 1861
Che fine ha fatto Mongiana? Dopo l'Unità con legge 21 agosto 1862 n. 793 viene inclusa tra i beni demaniali da alienare, il complesso smantellato ed i macchinari trasferiti al nord.
Nel 1862 furono abolite le tariffe protezionistiche che disturbavano la borghesia agraria del Piemonte e della Lombardia,provocando il definitivo fallimento degli opifici tessili di Sora, di Napoli, di Otranto, di Taranto, di Gallipoli e del complesso di S. Leucio, i cui telai furono portati a Valdagno, dove fu creata la prima fabbrica tessile nel Veneto. Vennero smantellate le cartiere di Sulmona e furono costrette a chiudere anche le fabbriche per la produzione del lino e della canapa di Catania. E tantissime attività .La disoccupazione diventò un fenomeno di massa e incominciarono le prime emigrazioni verso il nord Italia e verso l’estero.
Ancora da Terroni:"Oggi, nuovi fermenti animano una ricerca di verità storica,
non solo meridionale, che viene dal basso, più che dalle aule universitarie o dalla politica, dalle istituzioni. Non è facile
capire dove questo possa portare; se a un revanscismo uguale e opposto al razzismo nordista di Lega e collaterali,
o a una comune crescita di consapevolezza e conoscenza:
un nuovo meridionalismo non solo meridionale (e sarebbe
un ritorno alle origini, perché nacque nordico, specie lombardo),
per ridare un’anima decente a un’Italia che l’ha
smarrita, nel fallimento della politica e la sua riduzione a furia
predatoria di egoismi personali e territoriali.
Cosa potrà generare questo seme?sicuramente altri libri,dibattiti, associazioni,partiti politici,ma non ci restituiranno il maltolto,non pareggeremo i conti perchè le casse dello stato sono lontane dal sud e si sa "Cu sparti avi a megghiu parti".
Qual'è il simbolo di Catania?La risposta è ovvia!Il Liotru, Il millenario elefante è conosciuto quasi quanto la Città stessa.
Ma se l'elefante nero è il simbolo tangibile di Catania,cè qualcosa di mitico e misterioso che è l'emblema della storia di Catania,è l'Araba Fenice,la fantastica aquila reale dalle piume colorate e il collo dorato,che risorge dalle proprie ceneri.Il mito vuole che questo stupendo uccello quando sente la morte avvicinarsi, si adagia su un nido costruito con ramoscelli profumati che bruciano al sole e da quel sacro fuoco risorge,giovane e potente.
Come la Fenice, Catania risorge dalle proprie ceneri,dal fuoco dell'Etna che tante volte l'ha sommersa,risorge dopo i terremoti che l'hanno distrutta,risorge dopo le razzie degli innumerevoli invasori e dalle disastrose guerre in cui è stata coinvolta.
Ed ecco L'Araba fenice di Stefano Itarr sulla cima della Porta Ferdinandea.Accanto alla scultura è incisa l'emblematica frase
"Melior de cinere surgo"
.Questo arco trionfale,voluto dal Principe di Biscari e da Domenico Russo di Cerami fu costruito nel 1768 in occasione del matrimonio di Ferdinando IV di Borbone con Carolina d’Austria.In alto,sul fastigio spiccava il ritratto dei due sovrani.Con la fine del dominio borbonico il ritratto venne distrutto e ricoperto da un orologio e l'arco fu intitolato a Garibaldi, anche se per i catanesi è "a potta ro Futtinu"per l'errata associazione alla vera Porta del fortino ubicata nelle vicinanze,in via Sacchero.
Abbiamo,da sempre,creduto di vivere sotto un vulcano.Mi riferisco a
coloro che abitano alle falde dell'Etna.Qual'è la novità?Beh,adesso oltre a viverci sotto, scopriamo di vivere anche sopra un vulcano.Si,perchè a 500 metri sotto il livello del mare,appena al largo tra Riposto e Capo Mulini si trova un immenso vulcano.
Lo hanno scoperto un gruppo di ricercatori della facoltà di Scienze geologiche dell’Università di Catania, guidato dal prof. Giuseppe Patanè, docente di Fisica terrestre, e composto da Ivan Agostino, Santo La Delfa e Riccardo Leonardi.
I risultati degli studi, eseguiti a seguito di questa eccezionale scoperta sono stai recentemente pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “Elsevier".
Il prof. Patanè in un intervista rilasciata al quotidiano “La Sicilia”: «Le dimensioni dell’edificio vulcanico sommerso sono davvero imponenti . L’abbiamo sempre avuto lì, sotto il naso, ma nessuno si è mai accorto della sua esistenza. La struttura, in grande, richiama alla mente le linee dell’Etna, con un enorme sprofondamento sul versante orientale che partendo da 500 metri sotto il livello del mare scende giù fino al piano abissale dove si raggiungono i 2500 metri di profondità. Il diametro massimo della Valle del Bove è di 7 chilometri; quello della caldera sommersa è di 20 chilometri: cioè, tre volte più grande. Di sicuro si tratta di una struttura antecedente i fenomeni eruttivi etnei degli ultimi 100 mila anni e allo stato, non vi sono segni evidenti di attività, anche se sospettiamo una risalita di fluidi caldi».
Ma come si è arrivati a scoprire questo vulcano sottomarino? «La scoperta nasce per caso – racconta ancora lo studioso a “La Sicilia” –. Quattro anni fa stavamo conducendo una serie di analisi nel Centro di astrofisica del Cnr di Bologna quando ci siamo ritrovati davanti una carta dei fondali marini al largo della costa etnea, carta sviluppata con una tecnica “multibeam” che si avvale di un sonar acustico. A balzare subito agli occhi fu quella strana morfologia a ferro di cavallo dei fondali marini prospicienti Riposto e Acireale. Questa singolare geometria non poteva essere casuale dato il peculiare assetto vulcanico e tettonico dell’area. E fu così che decidemmo di approfondire la questione coadiuvati dal Nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco di Catania, utilizzando altresì carte dei fondali della Marina militare e immagini satellitari forniteci dalla Us Navy. Alla fine, l’elaborazione di tutti i dati raccolti non ha lasciato dubbi: al largo di Riposto e via via più a sud fino a Capo Mulini, i fondali marini raccontano una storia antica di 100 mila anni e forse più, una storia fatta di esplosioni ed eruzioni vulcaniche. In prossimità di Riposto, si eleva una vera e propria cresta lunga chilometri che i pescatori del luogo chiamano “la secca”, molto simile ai dicchi che si osservano nella Valle del Bove. A fianco, verso il largo, si erge un cono a forma di pandoro che potrebbe essere il prodotto di un vulcanismo tardivo. Più a sud, poi, ecco la famosa caldera – una depressione formatasi a seguito della demolizione di un grande apparato vulcanico – che somiglia alla Valle del Bove. Ed è probabile che le cause che hanno generato sia l’una sia l’altra siano le stesse, anche se i fenomeni sono avvenuti in uno spazio e in tempi decisamente diversi».
Oggi l'Etna viene considerato un vulcano "buono,le sue eruzioni ,per quanto violente e a volte disastrose sul piano materiale,non rappresentano una minaccia per la vita umana.Non è sempre stato così,in passato il grande vulcano si è reso protagonista di una gigantesca catastrofe,probabilmente la più disastrosa che ha coinvolto la civiltà mediterranea.
Circa ottomila anni fa il fianco orientale dell'Etna,probabibilmente a causa di un'intensa eruzione, cedette,causando una frana la cui grandezza è stata stimata in trentacinquemilioni di metri cubici.Una fetta di montagna scivolò in mare causando uno tsunami di dimensioni apocalittiche.
I depositi a mare della frana sono stati recentemente identificati nello Ionio fino a 2000 metri di profondità,dai tecnici dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
A terra i resti della frana sono visibili a Riposto, nella zona costiera detta il Chiancone.
La zona di distacco della frana generò una sorta di cicatrice sul fianco della montagna,una gigantesca conca:la Valle del Bove, ovvero il bacino che da sempre raccoglie i flussi lavici.Sull' origine di questa valle si è sempre dibattuto.A metà ottocento, lo scienziato Carlo Gemmellaro intuì che la sua formazione fu generata da quel crollo.
Valle del bove
Quella gigantesca frana finì in mare ed in pochi attimi si sollevarono onde alte oltre cinquanta metri che si abbatterono sulle coste della Sicilia Orientale, senza però riuscire a superare lo Stretto di Messina.
Simulazione dell'antico tsunami
L'immensa marea sommerse tutta la riviera ionica, dalla Calabria alla Puglia per poi abbattersi sull'Albania e la Grecia e dopo qualche ora giunse sulla costa nordafricana: Tunisia, Libia ed Egitto. Infine lo tsunami raggiunse le coste del Mediterraneo Orientale dalle sponde della Turchia Meridionale fino a quelle cipriote, siriane, libanesi ed israeliane,sino a giungere ad Atlit-Yam,un antico insediamento umano,recentemente scoperto vicino l'odierna Konya,ad una profondità di una decina di metri sul livello del mare.
Rovine sommerse di Atlit Yam
Si tratta ,secondo i ricercatori di una delle citta più antiche del mediterraneo,secondo la prova del radiocarbonio risalente a circa ottomila anni fa.
Oltre a resti botanici, il sito archeologico sommerso contiene una ricchezza di reperti, tra cui resti strutturali, selce, ossa umane e animali, lische di pesce, polline, e campioni di legno,questi ritrovamenti suggeriscono che l'economia del lugo sia stata complessa. Pare che questo grande centro urbano,venne improvvisamente abbandonato dai suoi abitanti,la fuga da Atlit-Yam e da eventuali altri insediamenti simili non sarebbe dovuto dall'effetto del disgelo dei ghiacci, bensì dall'enorme tsunami provocato dell'Etna.
E la mitica isola di Atlantide, citata da Platone,
potrebbe essere stata sommersa
dai flutti di quell'immensa onda?
Questa lista è vuota.
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