La Sicilia del dopo-conquista, nononostante gli scontri logoranti ,durati in alcune zone decenni,è una terra florida e ricca.Ruggero man mano che le città cadono ai suoi piedi ne riorganizza l'apparato religioso.Il progetto, in accordo col Papa,è quello di impiantare chiese e monasteri che assolvano al duplice e apparentemente contrastante ruolo religioso e militare.Nasce così la chiesa-fortezza,un edificio destinato al controllo del territorio ed a quello delle anime.Si cominciano a cancellare i segni della spiritualità musulmana e a far confluire verso la chiesa romana i cristiani di stampo bizantino.Riguardo l'organizzazione economica e amministrativa Ruggero apprezza parecchio il sistema arabo e lascia pressapoco tutto inaltrerato.Fioriscono i castelli,per i normanni sicuro rifugio ma anche dimostrazione del consolidamento del proprio potere.La presa di possesso dei territori avviene senza troppi traumi per il popolo, ma il messaggio è chiaro:ORA COMANDIAMO NOI.
Anche riguardo la moneta non cambia nulla,continuerà a circolare per diversi decenni quella dedicata a Maometto.
E gli arabi che vivono in Sicilia?I musulmani impiantati ormai da secoli sull'sola possono rimanere al loro posto,ma professare silenziosamente il loro credo,vivere alla loro maniera con la consapevolezza di rappresentare solo una minoranza.Dovranno insomma,accettare una dura realtà: la SIcilia è tornata ad essere quella che avevano invano cercato di cambiare:una terra tradizionalmente cristiana.Non tutti i musulmani accetteranno questa situazione, molti, i più integralisti, torneranno a casa.Non sarà un rientro indolore,per tanti di loro la Sicilia rappresenta la propria patria,la terra natìa,molti esilieranno conservandola per sempre nel proprio cuore:
Con nostalgia,invocava l'Isola Ibn Hamdis,poeta arabo-siciliano esiliato nel 1078:
Sospiro di nostalgia per la mia terra,
nella cui polvere si son consunte le membra
e le ossa dei miei,
come sospira verso casa, avendo smarrito la strada,
un vecchio cammello sfinito,
impacciato dalle tenebre.
Già è svanito dalle mie mani
il fiore dell'amor giovanile,
ma la bocca è piena del suo ricordo.