Il terremoto del 1693
Ha toccato l’ultimo grado della scala sismica Mercalli,(7.4 Richter),colpendo un area di 5.600 km°. Ha raso al suolo in pochi attimi oltre 45 centri abitati della Sicilia, seminando terrore,morte e distruzione. E’ stato il sisma più intenso verificatosi nel territorio europeo. Una catastrofe nella quale hanno perso la vita 60.000 siciliani,che ha cancellato secoli di civiltà condizionando il destino,la storia,l’evoluzione di molte città del Regno di Sicilia.Catania è la città più colpita. Per la città etnea è la fine, l’apocalisse,il reset totale. E' l’ora zero. Pochissimi i superstiti. Si muoveranno sconvolti tra le macerie di una città irriconoscibile,se il terremoto li ha risparmiati, la lotta per la sopravvivenza sarà durissima. E'un piccolo popolo quello dei sopravissuti,ha provato di tutto:terrore,freddo,fame.Stremati, shoccati,spesso "stroppiati",perseguitati dagli sciacalli;questa gente,per non arrendersi ha bisogno di una forza d'animo estrema.
La troverà,quella forza,perchè è una caratteristica siciliana,ed è ancor più presente nel dna catanese o comunque nella sua"catanesità", caratteristica che spesso appartiene anche a chi,pur non avendo natali etnei ,rimane contagiato dallo spirito,dall'intelligenza creativa,dalla facilità d'adattamento,dal senso artistico e dalla capacità di rinnovamento, elementi di cui è permeata l'atmosfera di questa Città.E questi eccezionali uomini, dimostreranno di possederle tutte queste qualità,sono loro i protagonisti del big bang catanese,per loro e da loro si ricomincerà. Ed è grazie a questo piccolo popolo di supersistiti che la città di Catania continuerà ad esistere.
A loro voglio dedicare questa ricerca sul terremoto del 1693.




SECOLO MALEDETTO


<<Un secolo maledetto! Speriamo vada via in fretta>>
Senza rimpianto i siciliani salutarono la fine del 1692. Diciannovemila catanesi brindarono all'arrivo del '93,molti di loro avevano ancora negli occhi l’immagine della lava che 24 anni prima aveva seppellito le proprie case, avevano udito,e non è cosa da tutti i giorni, il crepitio del fuoco che combatte con l'acqua. Avevano lottato con tutti i mezzi contro quel gigantesco fiume di lava; deviandolo, ponendogli davanti giganteschi muri per rallentarlo, sbandierandogli contro il velo della Santa. Lottarono,non tutti, parecchi sopraffatti dal terrore andarono via, lasciando in mano ai più tenaci e coraggiosi le sorti di Catania,i quali a poco a poco ricostruirono le proprie case e la propria esistenza.
Nessuno dei diciannovemila catanesi,nessuno in quell'inizio d'anno, poteva immaginare che da li a pochi giorni sedicimila di loro sarebbero morti insieme alla loro città.
La Sicilia seicentesca è dominata a distanza dal Re spagnolo tramite i Vicerè. Euzeda da più di cinque anni risiede a Palermo,dal lussuoso palazzo reale tiene le fila dell'Isola,la Trinacria è amministrativamente divisa in tre parti,o per meglio dire in tre "Valli":Val Demone, 84 centri sparsi lungo la costa tirrenica.Val di Mazara che comprende tutta la costa occidentale con i suoi 54 centri urbani.Val di Noto,solo 40 centri distribuiti su un vastissimo territorio dominato dall'Etna. In totale 117 città:43 di queste sono demaniali ovvero appartengono allo stato:Catania,Palermo,Messina,Siracusa,Agrigento,Trapani,
Enna ed altri importanti e popolosi centri urbani. Le altre 74 sono città feudali,tutte piccole cittadine appartenenti a famiglie nobiliari.
CATANIA,CITTA' VIVA
Siamo all'alba del 1693, la città di Catania,nonostante le difficoltà è un centro culturale vivo e rinomato.L'Etna con le sue spettacolari eruzioni attira viaggatori da tutto il mondo.La "Platea Magna",oggi piazza Duomo,rappresenta l'ingresso e il cuore della Città.Su questa antichissima piazza si erge maestosa l'ecclesia munita,la cattedrale-fortezza medievale,meta di numerosi pellegrini,questa splendida chiesa custodisce le sacre reliquie di Sant'Agata e il suo immenso tesoro,numerosi dipinti ed un pregiato coro ligneo. La sua facciata è spettacolare, il campanile sfiora i 100 metri d'altezza, è il terzo d'Italia e la sua campana maggiore pesa quasi 8000 kg.A pochi passi,proprio di fronte alla Cattedrale si trova la "Loggia",così è chiamato il Palazzo Senatorio,è un bell'edificio su due piani,restaurato ad inizio secolo.La realizzazione di questo Palazzo è stata sofferta ed impegnativa per i catanesi.Ospita una serie di cimeli,reperti storici ed opere d'arte provenienti da tutta la Sicilia.All'ingresso della Loggia è collocato il "Liotru" l'elefante,simbolo e nume protettivo della Città. Tutta la piazza è stata recentemente rimaneggiata,ingrandita,abbellita,gli edifici che la ornano sono freschi di restauro: ll palazzo del Capitano del popolo,il Vescovado,la Corte del Vescovo, il Seminario dei Clerici,prestigiosi negozi ed uffici.Tutt' intorno i palazzi della nobiltà catanese e poco distante la sede della prestigiosa Università,la più antica della Sicilia.Dalla stessa piazza si snoda la principale strada catanese,detta "della Luminaria",oggi via Etnea. Poco distante il castello svevo voluto dall' imperatore Federico II°.
Tutta la città,come avviene da secoli,in questo periodo dell'anno si prepara a festeggiare Sant'Agata,la sua Patrona.L'organizzazione è complessa:giostre,cortei,corse di cavalli,spari di mortaio, addobbi,luminarie.Il 4 Febbraio un immensa folla si riversa per le strade catanesi,attende impaziente l'uscita de fercolo dalla chiesa, lo accompagna lungo le strade intorno alla Platea Magna fino al Castello Ursino.E poi a tarda sera, tirata a braccia dai devoti viene riposta al sicuro nella sua "cammaredda. L'indomani,5 febbraio, un bagno di folla rende omaggio alla sua Santa in Cattedrale.
LA PRIMA SCOSSA
Tra le 4 e le 5 della notte di venerdì 9 Gennaio,si abbatte sulla Sicilia fino all'isola di Malta una scossa di terremoto di notevole intensità,probabilmente non una ma tre scosse distinte, avvertite a pochi istanti di distanza l'una dall'altra. Per prima trema Malta poi la Sicilia meridionale infine la zona settentrionale dell'Isola. La notte trascorre insonne per i siciliani fuggiti dai propri letti, la strada diventa il rifugio,molti fuggono lontano dal centro,verso le campagne,nessuno vuol rientrare a casa .Con la luce del giorno si fa la conta dei danni;si registra qualche crollo,molti edifici danneggiati,in alcune località della Sicilia orientale si contano delle vittime: Noto ha la peggio:1000 morti. Ovunque si prega in preda al terrore,nell’irrazionale attesa che la scossa replichi. Trascorrono le fatidiche 24 ore,ma la terra non balla,il sisma per adesso, non concede repliche.Tutto tace. Solo lievi tremori.Una scossa appena più intenza si verifica la domenica mattina,nessun danno,anzi i siciliani attribuiscono a quel tremore marcato, l'assestamento,la fine delle ostilità da parte della terra,gran parte della popolazione sospirando di sollievo rientra in città ignara di ciò che si sarebbe scatenato da li a poche ore.
La domenica pomeriggio le ventuno chiese di Catania sono colme di fedeli desiderosi di ringraziare il Padreterno,la Patrona e tutti i Santi per lo scampato pericolo. La Cattedrale è presa d’assalto da 8.000 fedeli, una folla dissennata,disordinata,stipata all’inverosimile. Ci sono proprio tutti:il clero,i nobili,gli amministratori della città. Questi ultimi occupano il coro della chiesa a pochissima distanza dalla cappella di Sant'Agata dove,in segno di ringraziamento e di fede, sono esposte le sacre reliquie. Su tutti incombe la torre campanaria pericolosamente danneggiata dalla scossa precedente. La funzione religiosa è presieduta dal canonico Giuseppe Cilestri essendo assente Monsignor Riggio in viaggio per Roma dove verrà consacrato Vescovo, il suo predecessore Carafa era morto pochi mesi prima. Pochi istanti e Don Cilestri avrebbe dolcemente afferrato la reliquia,la mammella di Sant'Agata, racchiusa in una piccola teca di vetro,l'avrebbe sollevata mostrandola alla folla,quindi seguito dai fedeli, avrebbe tenuto testa ad una processione che si sarebbe svolta lungo le principali vie della città. A questo seguito si sarebbero aggiunti il Clero e i fedeli delle altre chiese del centro. Mancava poco,solo qualche attimo perché probabilmente si salvassero tantissime vite. Invece,con la tempistica degna del peggiore film catastrofico, in quel tiepido inverno del ’63, la natura si abbatte con una violenza inaudita su Catania e su tutta la Sicilia orientale.
Un terribile boato e poi una lunga e furiosa scossa cancella intere città. La torre campanaria del Duomo catanese si frantuma ,l'immenso campanone precipita sulla volta e quindi dentro la chiesa seppellendo migliaia di persone … Crollano tutti gli edifici pubblici,tutte le chiese,gli ospedali,il palazzo dell'Università,la Loggia e le abitazioni. Un immensa nuvola di fumo nero e denso avvolge Catania. ln Cattedrale resistono le tre possenti absidi normanne,al riparo sotto la maggiore di queste, il Canonico Cilestri si salva e con la sacra reliquia ben stretta tra le mani, fugge dalla porta laterale del Duomo insieme a suo nipote Giuseppe, Patrizio della città.Anche il senatore Pietro Moncada riesce a mettersi in salvo,pochi superstiti fuggono dal Duomo, la maggior parte dei fedeli accorsi per trovare conforto rimarrà seppellita tra le macerie della chiesa .
Crolla anche l'immenso Monastero dei Benedettini.
E' il secondo d'Europa in ordine di grandezza,abbellito da affreschi,statue,quadri.Al Monastero è annesso un acquedotto,una chiesa,un chiostro,splendidi giardini. Questa imponente struttura è stata parzialmente danneggiata dalla colata lavica del 1669.Per la sua ristrutturazione i monaci hanno chiamato da Roma l'Architetto Contini.Questi lavori non saranno mai completati,il sisma incombe sul monastero uccidendo trentadue monaci.
Resiste il Castello Ursino,la cappella Bonajuto,la fontana dei sette Canali. Resiste il perimetro delle mura cittadine.
In ogni parte della città si piange,si urla,si invoca aiuto. Si muore .
Sedicimila vittime su una popolazione di diciannovemila persone,queste le stime più attendibili. Ma la natura non ha ancora smesso di ribellarsi,dopo mesi e mesi di siccità si scatena un violento nubifragio,una pioggia incessante che toglie a molti la speranza di essere tratti in salvo.
Un immensa quantità d'acqua che infiltrandosi tra cumuli di pietre,anticipa la fine di tanti.
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Pochi secondi.Un minuto. Due minuti. Addirittura quattro minuti.Quanto durò quella tremenda scossa?

Deve trattarsi certamente di un iperbole
-lo spazio di un Miserere-
un modo come un altro per dire che sembrò un eternità,che la terra pareva non volesse smettere più di ballare,ma niente di preciso perchè nessuno studio attendibile ha potuto stabilire la durata di quel tremendo ballo.
LO TZUNAMI
Per i superstiti di Catania,Augusta e di altri centri sparsi lungo la costa non è ancora finita:è in arrivo il più intenso tzunami mai verificatosi fino a quel momento (solo quello di Messina del 1908 avrà un intensità maggiore).
Il mare si ritira dalla costa per ritornarvi dopo pochi minuti con una violentissima onda alta oltre 15 metri,la quale dopo aver rovesciato le imbarcazioni scavalca le mura catanesi
sommergendo la città fino all'attuale Piazza Mazzini.
"Viddesi il mare nell'istesso punto scoppiare un fierissimo rimbombo,quasi che per l'orrore,avesse buttato un sospiro.Fù tanto il fremito di esso elemento,che sembrò giusto,si come
avessero tutte in un botto crepate leartiglierie del mondo.
(C Muglielmini)
"E da lungi vide elevarsi dalla città una nuvola di polvere che ingombrò il giorno,molte strisce di fiamme dalla bocca dell'Etna ,e udì non solo il fragore del vicino mare,ma quell'orribile sparo sopra accennato"
(F.Ferrara)
Il mare si ritirò dalle sue solite spiaggie,e poi all'improvviso proruppe impaziente usendo dal suo letto per molti passi,sino ad entrare per le porte della Città,con spavento grandissimo di quei pochi presenti. (Privitera)
SICILIA AFFLICTA
Lo spettacolo che offre Catania all'indomani del terremoto è raccapricciante. Il cielo nero di pioggia e di polvere lascia filtrare un filo di luce che mette a nudo gli orrori provocati dalla furia della natura;sotto cumuli di pietre giacciono i morti,le strade sono irriconoscibili.Tutto ridotto in macerie.
Spesso da quelle macerie provengono urla e gemiti, che col passare delle ore si affievoliscono sino a tacere per sempre.Ovunque si scava anche a mani nude sperando di strappare alla morte i propri cari. Dappertutto incombe la disperazione .
<<E' arrivata la fine del mondo>>
<<A muntagna,idda ci cuppa>>
Gruppi di scampati fuggono all'impazzata.Nessun luogo è sicuro.Lontani dalla furia del mare,lontano dagli edifici pericolanti. anche la montagna fa paura, sprizza lapilli di fuoco che si sollevano verso il cielo nero di nuvole.
L'Etna è ritenuta colpevole di aver provocato quell'apocalisse,la montagna che 24 anni prima aveva portato le sue lave dentro la città,adesso completava la sua opera di distruzione.
Un accusa ingiusta,come vedremo dopo.
Lo scenario è da fine del mondo,molti fuggono,subito o nei giorni seguenti,non appena si sparge la voce che Messina e Palermo non sono crollate,diventano città- rifugio per molti terremotati.Catania rischiava di trasformarsi in città-fantasma.
"Il Canonico Cilestri chiamò intorno a se i restanti vivi catanesi,li esortò a sperar bene,e mostrando loro la reliquia di S.Agata,solo loro conforto,e solo nume che poteva ancora legarli a quel sito infelice li persuase a seguirlo .Uscì per la Porta del Porticello e giunto con essi al bastione grande .Addobbò ivi una piccola cappella di legno e vi depose quei sacri corpi in nome della patria.Essa fu il principio della nuova città,l'aurora della nuova Catania"(Ferrara)
Non tutti fuggono!
in questi momenti drammatici si cominciano a delineare le figure che saranno i punti di riferimento per gli scampati e gli artefici della prossima ricostruzione. Primi tra tutti il canonico Cilestri e suo nipote Martino, patrizio della città .Con loro un uomo coraggioso: è Niccolò Tezzano,medico e professore dell’Almo Studio,la prestigiosa Università catanese, scampato al crollo dell'ospedale dove probabilmente si trovava al momento della scossa, Tezzano non si perde d'animo e si da subito da fare;in un rifugio di fortuna improvvisa un ospedale,si preoccupa di far seppellire i morti,infonde coraggio agli scampati. Incredibile a credersi ma questo coraggioso medico riuscirà, dopo poche settimane in una baracca di legno a far riprendere le lezioni per gli studenti dell'Università di Catania. In un secondo tempo si
occuperà della ricostruzione,a sue spese, dell'ospedale San Marco,in Piazza Stesicoro.
"I viveri erano erano sepolti, la fame cominciava a farsi sentire,Cilestri aiutato da suo nipote e Patrizio, Martino Cilestri andò scavando e ne trovò. Furono consumati,e quei poveri consunti della miseria volevano altrove portarsi; egli li pregò li trattenne,scavò sotto altre rovine...(Ferrara)
Per nove giorni un poveraccio vivacchiò sotto le rovine del Duomo di Catania finchè i soccorritori riuscirono a salvarlo.
Una donna fu giorni 14 sotto le fabbriche sostentandosi col braccio del marito morto.
A CapoMulini si aprì la terra e inghiottì due uomini,a segnar il punto in cui essi venirono inumati rimase fuori la mano di uno di loro.Una donna rimase sotterrata per 31 giorni e si mantenne viva per aver casualmente trovato accanto a se un barile di fichi secchi... (Privitera)
SICILIANI ALLA PROVA
Altre città siciliane crollano quell'11 Gennaio. Distrutta Noto,la città che da il nome all'intero valle, verrà ricostruita altrove. Stessa sorte anche per Grammichele (all'epoca Occhiolà).Quasi distrutte Lentini,Augusta. E poi Siracusa,Acireale, Avola. L'elenco è lunghissimo,quasi tutte le città della Sicilia orientale contano i propri morti.A Palermo la scossa viene avvertita ma provoca grossi danni e nemmeno perdite umane. Il Vicerè terrorizzato si rifugia
sulla nave reale ormeggiata al porto.
Da tutta la Sicilia arrivano gli aiuti;cibo,vestiti,attrezzature varie. Volontari giungono da ogni parte del Regno animati da un grande senso di fratellanza e di solidarietà prodigandosi con ogni mezzo per ritrovare persone intrappolate tra le macerie,per portare soccorso,cibo,viveri.Non tutti giungono a Catania spinti da sentimenti di solidarietà, gentaglia senza scrupoli si avventa sui resti della Città, saccheggiando quel poco che è rimasto sotto le macerie,uccidendo senza pietà chiunque li ostacoli,barbari capaci di delitti efferati.
SOCORRO
español
La notizia della distruzione di Catania e di altre città del Val di Noto fa il giro del Regno. Re Carlo II informato dell’accaduto dispone immediatamente che siano organizzati i soccorsi sui luoghi disastrati.E' necessario nominare un Vicario,una sorta di capo della Protezione Civile.
Per questo non facile compito viene scelto il duca Giuseppe Lanza di Camastra.Il Vicerè Uzeda lo ha investito di poteri assoluti per affrontare la difficile situazione delle città terremotate. Il Duca ha più di sessant'anni ma è un uomo forte e determinato,inoltre ha una certa esperienza in fatto di disastri:pochi anni prima il paese di Santo Stefano di Mistretta venne seppellito da un alluvione,i suoi abitanti si rifugiarono nelle terre più a valle,il proprietario di quel vasto territorio costruì per loro un nuovo paese, quell'uomo era il Duca Di Camastra, in suo onore quel paese venne chiamato Santo Stefano Di Camastra. Il Duca, dopo un viaggio travagliato tra paesi disastrati, giunge a Catania,al suo seguito una carovana di gente:,segretari,assistenti,gendarmi,manovali. E poi soldi,medicinali.E cibo.
Catania, 4 Febbraio 1693

Sarebbe stato un giorno di festa per i catanesi,il più importante dell'anno.
Le strade invece, non sono parate a festa in onore della Patrona,l'aria non odora di torrone.Oggi non si festeggia Sant'Agata tra le vie di Catania.Le sue reliquie sono ben protette dalle possenti absidi,uniche mura rimaste in piedi,il resto del Duomo è un cumulo di macerie.
Sono trascorsi ventiquattro giorni dal "tremuoto".No,oggi non c'è nulla da festeggiare,ma è ugualmente un giorno importante,un giorno di speranza. Una scalcinata delegazione ufficiale attende con ansia l'arrivo del Vicario del Re . In lui sono riposte le speranze dei superstiti catanesi: Al cospetto del Duca ci sono tutti :Giuseppe Cilestri e suo nipote Martino ,il senatore Moncada,il Prof. Tezzano,il Principe di Biscari ed altri nobili,l'intera città lo attende...beh,quasi tutta la città,gli sciacalli lo temono,sanno bene che da ora in poi non avranno vita facile,per loro il Duca di Camastra farà issare le forche...
Inaccessibile per l'immensa quantità di rovine è il tratto compreso tra l'attuale piazza Stesicoro e il Duomo,questa strada è una delle prime ad essere spianata,il Camastra in persona la percorre per primo. Che scena! Maestosamente in groppa al suo cavallo galoppa fino ad arrivare al Duomo,alla porta della Santuzza. Gesti plateali che infondono speranza,emozione,commozione.
Il governo spagnolo gli ha dato pieni poteri;vengono precettati medici e personale sanitario,viene ordinata la costruzione di uffici pubblici, si tratta di semplici baracche di legno ma è già qualcosa. Con l'arrivo del Duca si riaccende la speranza,si getta il primo seme della rinascita,sarà un lungo e non facile percorso irto d'ostacoli. La città per anni sarà solo un immensa baraccopoli, centinaia di scosse d'assestamento faranno traballare gli animi,ma l'idea della nuova Catania è già nella menti e nei cuori.
L'aria è ancora intrisa di un odore pestilenziale. C'è da riesumare migliaia di cadaveri e non sempre è un operazione fattibile, spesso si ricorre al fuoco,alla calce viva. Altri morti,quelli ancora seppelliti dalle rovine dovranno attendere mesi prima di trovare pace. Altri non saranno mai recuperati,rimarranno per sempre tra le rovine della vecchia Catania.Riguardo le abitazioni, il Duca ricorre alla completa demolizione di tutti gli edifici,anche di quelli solo parzialmente danneggiati,nulla resterà in piedi. Il motivo di queste decisioni drastiche è presumibilmente l'idea della prossima ricostruzione secondo uno schema ben preciso,questo ambizioso progetto non può tener conto delle poche,pochissime abitazioni ancora in piedi ,la nuova città rinascerà anche attraverso questi ulteriori sacrifici, qualcuno verserà le poche lacrime rimaste tra i polveroni delle propria casa scampata al sisma ma demolita dalla "ragione di stato". Non tutti apprezzeranno le drastiche scelte del Duca,il popolo dirà:
<<PARTE DIO;PARTE CAMASTRA>>
Il fiume sotterrato
Il terremoto priverà Catania anche del suo fiume.L'Amenano fino a quell'11 Gennaio scorreva liberamente in mezzo alla città. A causa del sisma il suo corso viene interrotto in diversi tratti da cumuli di macerie, cadaveri e carcasse di animali causando la formazione di paludi.Le acque stagnanti diventano un pericoloso ricettacolo di epidemie,i sopravissuti si preoccupano di aprire degli sbocchi per far confluire le acque verso il mare. Probabilmente questo provvedimento non è sufficente, con l'arrivo del Camastra e dei suoi uomini si decide di ingrottare definitivamente l'Amenano,costringendolo per sempre,a scorrere nel sottosuolo della città.
"
Per anni si considerò il sisma di origine vulcanica,le cronache dell'epoche considerano "la muntagna"colpevole della tragedia del Val di Noto.Invece l'Etna è stata accusata ingiustamente.La conferma che il terremoto fosse di origine tellurica è arrivata soltanto nel 1981,colpevole è la Scarpata Ibleo-Maltese, definita da un sistema di faglie a gradinata che corre quasi parallelamente alla costa della Sicilia sud-orientale.L'epicentro è stato individuato al largo del tratto di mare tra Catania e Siracusa a circa 20 Km di profondità,questo spiegherebbe il maremoto che colpì Catania e ancor più violentemente Augusta.Tuttavia le ricerche su questo terremoto sono ancora in corso e non c'è ancora una visione condivisa dal mondo scientifico.
Monsignor Andrea Riggio ricevette la notizia del terremoto mentre si trovava in viaggio per Roma, si recava dal Papa che l'avrebbe consacrato Vescovo di Catania.Il destino lo aveva messo in salvo probabilmente per consenteglirli di dedicare la sua vita all'appassionata ricostruzione della sua diocesi.Ottenuta l'investitura, Riggio rientrò a Catania alla fine di Aprile 1693, cioè tre mesi dopo il terremoto.Nel frattempo,come abbiamo visto, Monsignor Cilestri aveva eroicamente gestito il suo ruolo di Vicario,elargendo fede,coraggio e all'occorrenza anche il pane ai sopravissuti.Don Martino Cilestri continuava a svolgere con ardore l'incarico di Patrizio della Città(una sorta di sindaco moderno).Il nobile Paternò Castello esercitava la funzione di Capitano di Giustizia e il Prof.Tezzano portava avanti la sua missione di medico.Il tutto con la supervisione e l'estenuante collaborazione del Duca di Camastra.Questi gli artefici della ricostruzione ai quali ora si aggiunge prepotentemente Monsignor Riggio.Dopo essersi inginocchiato davanti alle rovine della Cattedrale si pone come obiettivo la ricostruzione di quella e di altre chiese,del Seminario e del Palazzo Vescovile.Lo scopo è nobile come il suo animo generoso e intrepido,purtroppo il suo carattere è spigoloso e spesso entrerà in contrasto con gli amministratori,col Vicario stesso.Le prime discordie riguardano la proprietà dei terreni dove sorgevano le chiese crollate;"Sono demanio municipale"sentenzia Camastra,così la prima battaglia la perde Riggio.Anche la sua richiesta di fondi sarà respinta dal governo spagnolo con la motivazione ineccepibile di dover far fronte ad emergenze ben più importanti delle ricostruzioni di edifici sacri. Il Riggio decide di affilare le armi.Di concerto col Vescovo di Siracusa chiede ed ottiene dalla Santa Sede che siano riconosciuti alla Chiesa i lasciti rimasti senza eredi, tali beni inoltre saranno esonerati dal pagamento di tasse e gabelle,la qualcosa non sarà affatto gradita dal Vicerè:Si tratta di un immensa quantità di denaro che servirà alla ricostruzione di chiese,conventi e monasteri.Questa concessione è fondamentale perchè rappresenta una grande opportunità per il Clero catanese e siracusano di poter far risorgere i propri edifici. Un altra battaglia tra il Riggio e il Senato catanese si ebbe a causa della scelta dei luogi sui quali ricostruire i principali edifici sacri:Duomo,Seminario,Palazzo Vescovile.Anche questa volta la battaglia la vinse il vescovo inossidabile,contrariamente alla volontà dei senatori si riedificò sugli stessi luoghi dove gli edifici erano crollati,cioè sulla Platea Magna,l'attuale piazza Duomo.Gli edifici risorsero nel rispetto del nuovo e più grande assetto della piazza.La Cattedrale,della quale come abbiamo già detto,rimasero intatte le tre absidi,fu ingrandita ed alle sue mura venne appoggiato il Palazzo Vescovile, il Seminario risorse là dove prima si trovava il Palazzo Senatorio,quest'ultimo invece trovo posto sul lato nord della piazza.Insomma,se oggi Catania possiede una delle più belle piazze d'Italia è grazie a quel cocciuto Vescovo.
LA STRADA DEI CROCIFERI
Questa meravigliosa strada fortemente voluta dal vescovo Riggio è stata riconosciuta dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Otto città siciliane del Val di Noto sono state inserite nel 2001 nella "World Heritage List", la lista del patrimonio mondiale dell'umanità.
Leggiamo le motivazioni ufficiali:
Questo gruppo di città del sud-est della Sicilia fornisce una notevole testimonianza del genio esuberante dell'arte e dell'architettura del tardo Barocco. Le città del Val di Noto rappresentano l'apice e la fioritura finale dell'arte Barocca in Europa. L'eccezionale qualità dell'arte e dell'architettura del Val di Noto la posizionano in una omogeneità geografica e cronologica, così come la sua ricchezza è il risultato del terremoto del 1693."Le otto città del sud-est della Sicilia: Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli furono ricostruite dopo il 1693, nello stesso luogo o vicino alle città esistenti al tempo del terremoto di quell'anno. Esse rappresentano una considerabile impresa collettiva, portata con successo ad un alto livello di architettura e compimento artistico. Custodite all'interno del tardo Barocco, esse descrivono pure particolari innovazioni nella progettazione urbanistica e nella costruzione di città".
In 200 metri 4 chiese,un convento e un collegio.La via Crociferi è la conferma che quell'opportunità che ebbero Riggio e la sua Chiesa non venne sprecata,anzi il Vescovo di ferro non si tirò indietro nemmeno quando dovette tirar fuori i propri personali denari per portare avanti i grandiosi progetti dei quali fu l'artefice. Né quando dovette inimicarsi col Palazzo Catanese. Le occasioni non mancarono.Teatro dello scontro proprio la via Crociferi:Mons Riggio ritiene opportuno riunire i due tronconi dell'edificio che ospita il convento di clausura di San Benedetto, che sorgono su lati opposti della via Crociferi con un arco che consenta il passaggio dall’interno allo scopo di accedere all’omonima chiesa senza che le suore siano costrette ad uscire dal convento. L’unico modo per collegare i due tronconi del monastero è quello di metterli in comunicazione con un arco. Ma i Deputati ritenendo questa soluzione di cattivo gusto si oppongono drasticamente. Riggio per tutta risposta minaccia di scomunica sia i Deputati sia i Giudici del Real Patrimonio.Poi decide di mettere i suoi avversari dinanzi al fatto compiuto: forte della formidabile potenza delle immunità ecclesiastiche fa costruire, in una sola notte secondo la testimonianza del canonico Francesco Strano, l’arco della discordia e per di più per sottrarre i manovali alla giustizia,li insigne degli ordini minori in modo che siano soggetti solo alla giurisdizione vescovile.
LA PORTA DELLA CITTA'
La Porta Uzeda venne edificata ne 1696,due anni dopo il terremoto,in omaggio al vicerè don Francesco Paceco, duca di Uzeda,venuto a Catania per rendersi conto dei lavori di ricostruzione della città.
Andrea Riggio venne rimpianto dopo morto persino dai suoi più acerrimi nemici.Addirittura il Senato Catanese si ritrovò ad approvare la realizzazione di opere precedentemente negate al Vescovo.Accade col Seminario dei Chierici.Com'era successo col convento delle Benedettine il Vescovo vorrebbe unificarlo con il Palazzo vescovile tramite il solito ponte.Com'è facile supporre il Senato gli nega il permesso. L'esilio impedirà al Riggio il consueto colpo di mano.Ma ancora una volta il Vescovo avrà l'ennesima postuma soddisfazione,i due edifici nel 1750 verranno collegati dall'Ing.Francesco Battaglia.
"egli imprime ai lavori un ritmo indiavolato, arricchisce l'edificio con un fitto paramento a bugne,con ornamentazioni alle finestre,alla tribuna,al portale;realizza gli intonaci del camerone degli alunni,getta le fondamenta della Cappella;avvia i sospirati lavori di congiungimento con la Cattedrale essendosi intanto ottenuto dal Senato l'autorizzazione a costruire lo dammuso sopra la porta della marina"L.Sciacca
UNA RIVINCITA TARDIVA
Per il suo turbolento carattere,per la sua innata capacità di crearsi nemici giurati Riggio sarà costretto ad un esilio forzato nel corso del quale sarà lusingato da importanti incarichi,verrà nominato Prelato del Papa e Patriarca di Costantinopoli.Il Vescovo di ferro tenterà invano in ogni modo di tornare a Catania.Non accadrà che nel 1717 dieci anni dopo la sua morte e per sua espressa volontà testamentaria.In quell'occasione si prese finalmente la sua eterna rivincita,venne infatti tumulato nella tomba che egli stesso volle:all'interno della Cappella di Sant'Agata.
MELIOR DE CINERE SURGO
L'Araba fenice, da millenni simbolo di Catania.Rappresenta il rinnovamento,il cambiamento.La Fenice,ovvero la morte come transazione per celebrare ua nuova vita.La fine per un nuovo inizio.Catania come l'Araba fenice risorge ancora una volta dalle proprie ceneri.
Il fervore della ricostruzione da tono alla vita di Catania settecentesca; per decenni essa è tutto un cantiere, che attrae popolazione e maestranze, che mette in moto l'economia, che apprende nuove tecniche e le dissemina a sua volta.
Una esperienza preziosa per gli architetti, come i catanesi Alonzo di Benedetto e Francesco Battaglia, Girolamo Palazzotto da Messina, il palermitano Giovan Battista Vaccarini, e poi il toscano Stefano Ittar e tanti altri .Comune di Catania
Un episodio che sbalordisce nella storia della ricostruzione di Catania,è l'incredibile velocità con la quale Don Eusebio Massa posò la prima pietra del suo palazzo;il 2 Febbraio 1693! A meno di un mese di distanza dalla scossa che sbriciolò Catania,prima ancora che il Vicario del Re arrivasse in Città.E se la tempestiva ricostruzione dimostra lo spirito e l'intraprendenza con cui i catanesi affrontarono la tragedia,quello del Barone Massa fu un vero colpo di mano che mise il Camastra di fronte al fatto compiuto,costringendolo o perlomeno convincendolo ad inglobare la nascente costruzione nel piano regolatore che si apprestava ad approvare.Certamente il Camastra accettò l'iniziativa del frettoloso costruttore e lo favorì,non si capirebbe altrimenti perché mai nella progettazione della nascente Strada Luminaria(oggi via Etnea)non si tenne conto della prospettiva dell'Etna!Sarebbero bastati pochi metri di flessione a sinistra ed il cratere centrale sarebbe stato visibile persino dalla porta Uzeda offrendo uno spettacolo ancora più esclusivo.E possibile credere che il Camastra non considerò questo aspetto, che se ne dimenticò o che forse fece al Barone Massa qualche concessione di troppo?Comunque siano andate le cose quel che è certo è che pochi metri avrebbero radicalmente e per sempre cambiato lo sfondo della via Etnea.
La rinascita di Catania è ufficializzata nel Giugno 1694 dalla pubblicazione del nuovo Piano Regolatore,per realizzarlo il Duca si avvale della consulenza di un Ingegnere militare,Carlos De Grunembergh,anche se la firma apposta in fondo al progetto è la sua,a conferma del fatto che il Camastra è assolutamente e indiscutibilmente l'autore assoluto dell'avvio della ricostruzione della Città,tutto passa dalle sue mani,tutto deve essere da lui approvato.Da quando è giunto a Catania egli ha sfamato,consolato,guidato questo popolo derelitto.Egli ha valutato l'opportunità di ricostruire o meno,ha ascoltato le suppliche dei catanesissimi Cilestri,Moncada,Tezzano,Biscari...Alla fine Lui ha deciso che Catania si sarebbe ricostruita sulle sue stesse macerie e non altrove;poche cose sono rimaste in piedi:Il Castello e le mura di cinta,ma l'aria e salubre,le terre fertili,c'è abbondanza di acque.La Città può rinascere sullo stesso sito.
Il Piano Regolatore "Marca Camastra"può ritenersi il primo piano urbanistico antisismico.Per altri versi è discutibile,non tanto riguardo la suddivisione delle strade e delle piazze ,che anzi dovranno essere edificate larghe e belle,quanto per la differenzazione dei prezzi dei terreni che favorisce i nobili a discapito del popolo.
Una linea ideale divide la città in due parti, assegnando ai terreni due diversi prezzi convenzionali: quella ad ovest, in cui il prezzo dei terreni viene scontato di circa un terzo, è destinato ad accogliere, come già prima, i quartieri popolari; verso est si concentrano invece gli edifici della nobiltà laica ed ecclesiastica. Le strade larghe, interrotte da piazze frequenti e regolari, costituiscono una precauzione antisismica e l'esigenza di bellezza,sfarzo e grandiosità. Vengono definiti gli assi viari principali, sovrapponendo delle linee rette all'antico corso tortuoso e sottolineando, nella parte ovest del Corso, l'antico impianto della città romana.
Anche il Principe Vincenzo Biscari ricostruisce, come altri nobili,la sua sfarzosa residenza. Il Senato catanese gli concede di poter edificare l'area sovrastante le mura spagnole,ampliando così il suo vecchio palazzo che prima ricadeva all'interno delle mura.Nasce l'edificio più sfarzoso ed originale della Catania settecentesca,affacciato sul mare che all'epoca lambiva le mura catanesi,la sua facciata è di pietra lavica nera, ricchissima di ornamenti marmorei: fiori, telamoni, frutti, lesene. Si succedono nella realizzazione di quest'opera barocca vari architetti: Alonzo di Benedetto,Girolamo Palazzotto, Francesco e Antonino Battaglia.Il Principe è da sempre un amante dell'arte,fa allestire nel proprio palazzo una raccolta dei materiali esposti prima del terremoto nella loggia senatoria.Il figlio Ignazio eleva la sua opera, rappresenta una delle personalità di spicco della cultura illuminista siciliana. E' promotore di una serie di importanti scavi archeologici,progetta personalmente e fa edificare una grande sala espositiva all'interno del suo palazzo.Si tratta del primo vero museo catanese,il primo che tenga conto di logici criteri espositivi.
“O voi dotti e ben colti Stranieri, che cotanto amate ricercare, intraprendete con animo ilare il viaggio della Sicilia. Venite, o Ammiratori della veneranda antichità.” Ignazio Paternò Castello,Principe di Biscari.
Un solo architetto sopravvive al terremoto:Alonzo Di Benedetto,tratto in salvo dalle macerie,lavorerà nei cantieri di Palazzo Biscari,Palazzo Tezzano e Seminario dei Chierici.Altri,ingegneri e architetti, giungeranno a Catania nel corso del '700. Intanto è al lavoro un gran numero di intagliatori,capomastri,scalpellini,ornatori:Amato,Battaglia,
Faccibianca,Longobardo;
tutti animati da talento,amore,pazienza.
Nessuno è motivato da grandi guadagni;dalla lettura degli appalti si evince che le paghe sono modeste,a volte persino basse.
Catania,1730
Il Vescovo Pietro Galletti,succeduto al Riggio convoca da Roma l'Architetto Giovan Battista Vaccarini.
La fama che lo precede è grande,è un allievo di Carlo Fontana,ha studiato il Bernini e il Borromini.Quest'uomo di chiesa di origini palermitane,lavorerà per trentanni all'abbellimento di Catania.Completerà il prospetto della Cattedrale,numerosi palazzi;Valle, Seravalle,San Giuliano,seguirà i lavori di ricostruzione dell'Università,il cortile del collegio Cutelli,la chiesa di San Giuliano,la Badia di Sant'Agata,la biblioteca del Monastero dei Benedettini,la fontana dell'Elefante.Sarà lettore dell'Almo Studio.Il Comune di Catania con voto unanime lo insignierà della cittadinanza onoraria.
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Il terremoto del 1693 ha stravolto la vita delle popolazioni che ne rimasero colpite. I siciliani, all'epoca vivevano sotto il dominio spagnolo col quale non ebbero un rapporto idilliaco: affascinati dai Re, poco o nulla amarono i vicerè,il lungo regno fu spesso segnato da contestazioni, tumulti, lotte.Tuttavia in occasione di quel tremendo sisma la risposta spagnola fu immediata e generosa.E sopratutto efficace. Chissà come sarebbero andate le cose se già allora fossimo stati italiani?La risposta è in un dato oggettivo:mai,dopo quell'evento,in Italia è avvenuta una ricostruzione post-terremoto tanto rapida ed efficace.Non mi pare che dalla ricostruzione di Messina,dopo il tragico sisma del 1908, sia sorto un monumento protetto dall' Unesco. Niente di simile nemmeno dal Belice o dall'Irpinia.Non è un caso.Lo splendore dell'arte barocca siciliana non è frutto di coincidenze o della moda dell'epoca.E' il risultato di una volontà collettiva.La ricostruzione nel nome della Bellezza.Addirittura la Bellezza come norma;il piano regolatore catanese impone che le strade devono rinascere larghe e belle.Belle,sfarzose,barocche e per tutti,come scrive Salvatore Nicolosi,<<Si avverte dapprima per vaghi sintomi e sensazioni,poi in termini sempre più netti che a contare anche in urbanistica ed architettura non sono soltanto i gli interessi dei nobili e degli ecclesiastici>> Insomma ricostruzione & rivoluzione:tutti possono fruire dell'arte, adesso non sono soltanto i palazzi nobiliari ad essere abbelliti; sono chiese,piazze,palazzi pubblici,strade.Non è da sottovalutare questo aspetto della ricostruzione perché sancisce in Sicilia una nuova consapevolezza dei cittadini.L'espressione materiale di un inedita coscienza popolare.Credo meriti un tributo la Corte spagnola ed un immensa riconoscenza quei nostri lontani conterranei che con la loro operosità ci hanno lasciato un esclusiva eredità.La memoria di quegli uomini dovrebbe essere d'esempio per noi Siciliani d'oggi,remissivi-apatici-esterofili e di monito per i nostri Amministratori,che spesso spesso,ignorano o fingono di farlo, l'epopea siciliana, quando siedono,indegnamente, sugli scranni della "Loggia" catanese o del Parlamento siciliano.
Francesca Litrico
BIBLIOGRAFIA:
Salvatore Nicolosi-Apocalisse in Sicilia-Tringale Editore
Lucio Sciacca-I catanesi com'erano-I Faraglioni Editore
Lucio Sciacca-Il Palazzo egli elefanti-Vito Cavallotto Editore
Francesco Fichera-Catania nel settecento-Brancato Editore
Gaetano Zito-Chiesa e società in Sicilia-Soc. Edit.Internazionale
Jean Hurè-Storia della Sicilia-Ed.Ri.Si
Santi Correnti-Breve storia della Sicilia-Newton
Federico de Roberto-Catania-Clio Edizioni
V.Consoli-S.Nicolosi-Immagine di Catania-Ites Editore